Un insignificante gabbiano morente

Un insignificante gabbiano morente

Cronaca

Notte di luna tronca, figlia di un cielo senza nuvole. Terra bruciata, morta, inquinata d’ingenuità. Mare infuriato di tristezza, sale nero in faccia, maree senz’anima, puzza. Quale poeta comporrà versi suggeriti da questa oscena oscurità?

Un torbido sciacquio dietro una scaglia di scoglio ed un antico principe, con i segni della battaglia sul mantello, appare alla mia vista. Arranca disperato alla ricerca di un porto sicuro, dove poter riposare, dove poter evocare quell’infinita pace azzurra divenuta ormai un inquieto ricordo di gloria. La tranquillità dei silenzi del suo regno. E rotti richiami d’amore.

Sono troppo pesanti le conseguenze degli agi di una comunità viziata per lui, inutile principe agonizzante, scordato pure da Dio. Di ciò che era non sono rimasti neanche gli occhi, una volta fieri, ora mesti, imploranti e oramai velati dall’ultimo crepuscolo.

Strascica il corpo pesante di melma, la forza di una volontà suprema lo ostina alla ricerca di un granello di vita, in questa sabbia sporca di morte. E tenta invano di sbattere di nuovo le sue ali spezzate nel mare nero di una primavera diversa, un insignificante gabbiano morente.

Livorno, 19 aprile 1991

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